domenica 7 gennaio 2024

COSA PUOI FARE PER MANGIARE MENO? I 13 TRUCCHI PIÙ EFFICACI

Ultima modifica 21.11.2023 Per favorire il senso di sazietà e prevenire il sovraconsumo di cibo, è possibile adottare diverse strategie durante il pasto; queste tecniche, soprattutto se combinate, possono favorire un più naturale senso di sazietà e aiutare a controllare l’apporto calorico complessivo. Ricorda però, l’approccio deve essere personalizzato in base alle esigenze e agli obiettivi individuali; l’ascolto del proprio corpo e la consapevolezza durante il pasto sono fondamentali per un’alimentazione equilibrata e salutare, ma queste devono sempre poggiare sui principi di un’alimentazione sana, equilibrata e completa. E soprattutto non dimenticare mai mangiare troppo poco NON è una buona strategia per perdere peso, obiettivo che invece dev’essere perseguito con un’alimentazione adeguata, che non ti esponga al rischio di carenze e, soprattutto, sostenibile nel tempo. Mastica a lungo: Prenditi il tempo di masticare ogni boccone con cura. Questo non solo aiuta la tua digestione, ma ritarda anche il processo di ingestione, consentendo al tuo cervello di registrare più efficacemente il senso di pienezza. La masticazione lenta e consapevole è un modo semplice per ridurre la quantità totale di cibo ingerito. Posa la forchetta dopo ogni boccone: Questa tecnica ti costringe a mangiare più lentamente e ad aumentare la consapevolezza di ciò che stai mangiando. Prenditi una pausa dopo ogni boccone, assaporando il cibo e lasciando che il tuo corpo riconosca naturalmente la sazietà. Usa posate più piccole (o bacchette cinesi): L’utilizzo di posate più piccole (per bambini) o bacchette può ridurre la dimensione dei bocconi e ritardare il ritmo del pasto, consentendoti di avvertire prima il senso di sazietà. Questo trucco pratico ti aiuta a ridurre l’ingestione eccessiva di cibo. Bevi acqua prima e durante i pasti: Bere un bicchiere d’acqua prima dei pasti può riempire lo stomaco e ridurre la fame. Anche sorseggiare acqua tra un boccone e l’altro ti aiuta a mangiare più lentamente e a idratarti adeguatamente. Evita distrazioni durante il pasto: Concentrati sul tuo cibo, senza guardare la TV o controllare il cellulare. Questo ti aiuta a essere più consapevole di quanto e cosa mangi, evitando il consumo inconsapevole che spesso porta a mangiare di più. Mangia alimenti ricchi di fibre: Frutta, verdure e cereali integrali sono ricchi di fibre, che si espandono nello stomaco e aumentano il senso di sazietà. Includili nei tuoi pasti per sentirti pieno più a lungo. Includi proteine in ogni pasto: Le proteine sono nutrienti notoriamente sazianti (esempi di cibi proteici). Aggiungere fonti di proteine come carne magra, legumi o prodotti a base di soia ai tuoi pasti ti aiuterà a sentirsi pieno e a evitare spuntini eccessivi. Fai pasti bilanciati: Un pasto che include una combinazione equilibrata di carboidrati, proteine e grassi sani ti lascerà soddisfatto più a lungo, prevenendo l’abitudine di mangiare di più per colmare eventuali carenze nutrizionali. Attenzione all’ordine del cibo: Consumare il cibo in ordine crescente di gusto può aiutarti a non esagerare, ad esempio verdura, alimenti proteici (carne, legumi, pesce, …) e solo infine le fonti di carboidrati (come pasta e cereali integrali). Può essere una buona idea concludere con la frutta per beneficiare della gratificazione del gusto dolce. Fai pause durante il pasto: Durante il pasto, fai brevi pause per valutare il tuo livello di fame. Questo momento di riflessione può aiutarti a decidere se sei davvero ancora affamato o se stai mangiando per abitudine. Non mangiare direttamente dalla pentola o dal contenitore: Servendo il cibo in piatti, puoi controllare meglio le porzioni e evitare di mangiare in eccesso direttamente da contenitori grandi. Usa piatti piccoli: I piatti più piccoli creano un’illusione ottica che rende le porzioni più grandi, contribuendo così a ridurre la quantità di cibo consumato (illusione di Delboeuf). Non sentirti in obbligo di finire tutto: Ascolta il tuo corpo e smetti di mangiare quando sei sazio, anche se ci fosse ancora cibo nel piatto. È meglio conservare gli avanzi per un altro pasto che mangiare in eccesso. Non fidarti ciecamente delle etichette: Leggi attentamente le etichette nutrizionali e sii consapevole delle porzioni. Le etichette possono talvolta essere ingannevoli o difficili da interpretare, quindi una buona comprensione può aiutarti a fare scelte più informate.

martedì 19 dicembre 2023

Carne rossa, lo studio che smonta l'Oms: "Nutriente alleato contro il cancro"

Carne rossa, lo studio che smonta l'Oms: "Nutriente alleato contro il cancro" 19 Dicembre 2023 - 15:36 Una ricerca dell'Università di Chicago dimostra l'importanza di un nutriente presente nella carne rossa e nei latticini che aiuterebbe a combattere l'insorgenza di alcuni tipi di cancro: ecco di cosa si tratta e le dichiarazioni degli scienziati Cosa dice lo studio L'importanza del nutriente Tva Quando va consumata la carne rossa La carne rossa non è più il male assoluto di chi la consuma, anzi, avrebbe proprietà benefiche contro il cancro: nel caso specifico, un nutriente chiamato acido trans-vaccenico (o Tva) migliorerebbe le capacità delle cellule conosciute con il nome T CD8+ di infiltrarsi nei tumori e attaccare le cellule cancerose. Cosa dice lo studio I risultati arrivano da uno studio portato avanti dall'Università di Chicago e pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature che va a modificare, completamente, anche la "guerra" dichiarata anni or sono dall'Oms che ha sempre messo in guardia dal consumo della carne rossa. Attenzione: gli scienziati non dicono certo, nel loro articolo scientifico, di iniziare a consumarne in quantità industriale perché sarebbe assolutamente nociva ma spiegano i meccanismi che si innescano facendone un uso normale e senza eccessi. "La ricerca ha anche scoperto che i pazienti con livelli più elevati di Tva circolante nel sangue hanno risposto meglio all’immunoterapia, suggerendo che potrebbe avere un potenziale come integratore nutrizionale per integrare i trattamenti clinici per il cancro", ha spiegato Jing Chen, docente di Medicina presso l'Università di Chicago e uno degli autori senior del nuovo studio. Sebbene siano numerosi gli studi che cercano di stabilire un rapporto causa-effetto tra la dieta e la salute umana, rimane sempre molto complicato capire fino in fondo i meccanismi per l'ampia varietà di cibi che le persone mangiano. "Ma se ci concentriamo solo sui nutrienti e sui metaboliti derivati ​​dal cibo, cominciamo a vedere come influenzano la fisiologia e la patologia", sottolinea Chen, spiegando la scoperta che riguarda l'acido trans-vaccenico in grado di migliorare l'immunità antitumorale perché attiverebbe un importante percorso immunitario. L'importanza del nutriente Tva Il nuovo studio, quindi, ha preso in esame oltre 250 molecole bioattive derivate dai nutrienti e quali fossero le migliori in grado di attivare le cellule T CD8+, un gruppo di cellule immunitarie fondamentali per uccidere le cellule cancerose o infette viralmente: dopo averne valutati alcuni, ecco che la Tva ha ottenuto i risultati migliori. Ma dove si trova esattamente? Si tratta dell’acido grasso più abbondante nel latte umano ma il organismo non è in grado di produrlo da solo. Soltanto il 20% circa del Tva viene scomposto in altri sottoprodotti, lasciandone l'80% in circolo nel sangue. Con un esperimento condotto sui topi si sono accorti che i roditori con una dieta piena di Tva hanno ridotto "significativamente il potenziale di crescita del tumore del melanoma e delle cellule del cancro del colon rispetto ai topi nutriti con una dieta di controllo. La dieta Tva ha anche migliorato la capacità delle cellule T CD8+ di infiltrarsi nei tumori". Insomma, sì alle carne rossa (e ai latticini, ma quelli non erano stati certo banditi dall'Oms) ma come sempre con tutte le accortezze del caso come vale per qualsiasi cibo o bevande. La scoperta apre la strada all'utilizzo del solo nutriente come integratore alimentare per aiutare vari trattamenti contro il cancro basati sulle cellule T, anche se Chen ha sottolineato "che è importante determinare la quantità ottimizzata del nutriente stesso, non la fonte di cibo". Quando va consumata la carne rossa La ricerca è considerata molto importante dalla prof. Elisabetta Bernardi, specialista in Scienza dell'Alimentazione, biologa e nutrizionista. A Il Sole 24 Ore ha spiegato l'importanza di aver fatto chiarezza sul tema sottolineando che gli studi effettuati sulla carne "e che hanno dimostrato la cancerogenicità sono studi che prendevano in considerazione dei consumi molto elevati di carne". In una dieta mediterranea "la carne andrebbe consumata almeno due-tre volte a settimana seguendo appunto le linee guida per una corretta alimentazione ed è bene variare il tipo di consumo", ha spiegato l'esperta spiegando che la variazione della tipologia di carne è importante per assumere nutrienti come proteine di ottima qualità "perché completi dal punto di vista degli amminoacidi essenziali e quindi contribuiscono alla rigenerazione del muscolo e dei tessuti. Beneficiamo anche del suo contenuto di ferro altamente assimilabile".

sabato 9 dicembre 2023

Il sale può scatenare deficit cognitivi

Dieta e alimentazione Il sale può scatenare deficit cognitivi: cosa rivela lo studio 8 Dicembre 2023 - 19:21 Nuove evidenze scientifiche dimostrano l'associazione tra il sale e alcune importanti malattie neurodegenerative: ecco il meccanismo che si innesca, il corretto consumo quotidiano del sodio e le terapie disponibili Alessandro Ferro Tabella dei contenuti Cosa dice lo studio Le ricerche precedenti Quali terapie Che troppo sale facesse male con diretti effetti sul cuore e sulla pressione sanguigna (per citare soltanto alcuni esempi) è una cosa ormai nota da anni ma è invece molto recente la scoperta delle implicazioni dirette sui danni cerebrali in grado, nei casi più gravi, di scatenare importanti deficit cognitivi fino ad arrivare al morbo di Alzheimer. Cosa dice lo studio Tra gli studiosi compare anche Costantino Iadecola che ha guidato il team italiano, professore di Neuroscienze, ricerca sul cervello e sulla mente al Weill Cornell Medical College di New York. La ricerca, pubblicata su Nature Neuroscience, metterebbe in relazione alcuni meccanismi ipertensivi legandoli all'eccessivo consumo di sale che va "limitato al massimo perché il sodio è all'origine di meccanismi di natura immunitaria che portano a danni cerebrali e allo sviluppo di deficit cognitivi, Alzheimer e demenze", spiega l'esperto a Repubblica. Indiziata principale per il meccanismo sarebbe l'Interleuchina 17 (Il-17): oltre un miliardo di persone nel mondo è affetta da ipertensione e circa il 50% di loro è sensibile al sale e a un aumento della pressione quando avviene il consumo. Sebbene la relazione con la demenza non sia ancora chiarita del tutto, esami strumentali hanno rilevato tracce di Il-17 sulla membrana durale che circonda il cervello. Gli studiosi hanno poi visto che si innesca anche un altro meccanismo immunitario che va ancora decifrato. Le ricerche precedenti Quanto scoperto ultimamente va a cementificare le evidenze con altri due studi del 2018 e 2019 dove era stato già stato visto che un eccessivo apporto di sodio compromette "le capacità cognitive attraverso un meccanismo di natura immunitaria che origina nell'intestino e che porta sia a un accumulo della proteina neurotossica tau fosforilata, come nelle demenze, sia a una riduzione non marginale dell'irrorazione cerebrale in aree cruciali per la cognizione". Il nuovo studio ha aggiunto un altro tassello con un effetto diretto, ancora più importante, proprio nel cervello. Iadecola e il suo team hanno spiegato che quando c'è ipertensione si assiste ad un aumento dell'Il-17 nel cervello e nel fluido cerebrospinale "che attiva il sistema immunitario, e che pensavamo arrivasse al cervello dallo stomaco navigando nel flusso ematico" mentre, in realtà, Il-17 è già dentro al cervello. Quali terapie Adesso bisogna trovare le soluzioni per bloccare questo meccanismo. "Si è discusso se la gestione della pressione sanguigna con farmaci ipertensivi sia sufficiente per prevenire il declino cognitivo", ha affermato la prima autrice dello studio, la dottoressa Monica Santisteban, attualmente assistente professore di medicina presso il Vanderbilt University Medical Center. Per bloccare al meglio i linfociti nelle meningi si pensa a somministrare alcuni anticorpi ad hoc per bloccare questo processo: Iadecola sottolinea che il danno sia "immunitario e non vascolare". L'Oms predica già da anni che l'uso del sale sia limitato e non superiore ai cinque grammi quotidiani che corrispondono, nel complesso, a due grammi di sodio ma gli italiani ne consumano mediamente il doppio con gli uomini vicini ai dieci grammi al giorno e le donne a circa 7,2 g.

lunedì 13 novembre 2023

Frittelle di castagne

Frittelle di castagne Una ricetta di stagione aromatica e buonissima che possiamo preparare in pochissimo tempo. Ricetta frittelle di castagne Le nostre frittelle di farina di castagne senza lievito si preparano in pochissimi passaggi. Setacciamo bene la farina di castagne e mettiamola in una ciotola, aggiungiamo l’acqua un po’ per volta e mescoliamo con una frusta. La pastella è pronta, non serve aggiungere nient’altro, perché la farina di castagne è naturalmente dolce e anche molto aromatica. A quel punto scaldiamo l’olio di semi in padella, versiamo un cucchiaio di pastella e poi aggiungiamone sopra un altro pochino, in modo da avere delle frittelle dolci più consistenti. Friggiamo per qualche minuto, poi giriamole e completiamo la cottura dall’altro lato. Procediamo così per tutta la pastella. Passiamole infine nello zucchero semolato quando sono ancora calde e serviamo. Vedrete, sono come le ciliegie: una frittella di castagne tira l’altra! Come servire le frittelle di castagne Le frittelle con farina di castagne possiamo servirle semplicemente con un po’ di zucchero semolato, bianco o di canna, come abbiamo fatto noi. Si possono preparare durante il periodo delle castagne, per celebrare l’autunno, ma dato che la farina si trova al supermercato in qualsiasi momento, volendo possiamo portarle in tavola tutto l’anno. Consigli Queste frittelle di farina di castagne sono deliziose, perfette per ogni occasione, si preparano in un attimo e sono adatte a tutti. Consigliamo di prepararle quando abbiamo ospiti che seguono un’alimentazione vegana o vegetariana, oppure per chi è intollerante al lattosio e al glutine. Conservazione

Tordelli

Tordelli (tortedi) Sono il piatto della festa. Il ripieno a base di carne ed erbette è profumato da timo e santoreggia della Alpi Apuane; questi aromi caratterizzano i tordelli massesi e li rendono inconfondibili. Dal 10 al 19 luglio Sagra tradizionale del tordello - Parco degli Ulivi, Massa Per il ripieno: barbina (guanciale di maiale) fresca, salsiccia, pan grattato, abbondante pecorino grattugiato, bietole, spezie , noce moscata,uova, sale. Procedimento: si taglia a cubetti la barbina e si fa soffriggere e poi si taglia finemente con la mezzaluna, si aggiunge la salsiccia cruda, il pangrattato, il pecorino, la bietola tagliata con la mezzaluna, la noce moscata, le spezie, sale q.b., si mescola il tutto e si fa cuocere per pochi minuti. Quando il ripieno si e’ raffreddato, si aggiungono le uova (in numero sufficiente per amalgamare e legare bene tutti gli ingredienti). Per il sugo: interiora di gallina, olio, cipolla, prezzemolo, dadini di lardo, conserva, acqua e vino bianco. Procedimento: si fanno soffriggere la cipolla, il prezzemolo, i dadini di lardo, con le interiora di gallina; si aggiunge il vino bianco e si fa evaporare, poi si aggiunge la conserva, l’acqua e il sale e si fa bollire fino a quando il sugo e’ tirato. Per la pasta: farina, acqua, 1 uovo. Procedimento: tirata la pasta col manganello (mattarello) si dispone su di essa il ripieno a piccole palline in fila lasciando sopra della sfoglia che poi verrà ripiegata sul ripieno. Con un bicchiere piccolo ( da liquore) si tagliano i tordelli in corrispondenza del ripieno e con una forchetta si schiaccia bene il bordo per chiuderli ottenendo un simpatico bordino. Si fanno cuocere in acqua bollente per dieci minuti circa e dopo averli scolati si condiscono col sugo e abbondante formaggio. Curiosità: I tordedi sono un piatto importante nella cucina montana, si preparavano per le grandi occasioni e per questo motivo riportiamo fedelmente un secondo testo di una ricetta leggermente diversa. Tordelli (seconda ricetta) Ingredienti: Formaggio parmigiano, e pecorino, pane, pepe, noce moscata, timo, origano, macinato di manzo, macinato di maiale, interiora di pollo, prezzemolo, uova, farina di gano duro. Peparazione del ripieno: Si grattugiano formaggio parmigiano, pecorino, e pane secco nella porzione rispettivamente di 2/4, ¼, ¼, si aromatizza con pepe, noce moscata, timo, un pizzico di origano. Si soffrigge carne macinata di manzo magra e macinato di maiale (barbina) , interiora di pollo nostrano (cipolla, fegato interiora) finemente tritati e un mazzetto di prezzemolo per pochi minuti, sul finire si insaporisce con il sale. Il tutto, dopo avere aggiunto qualche cucchiaio del sugo che servirà da condimento, si lascia raffreddare. Quindi il tutto va bene amalgamato con uova sino ad ottenere un impasto omogeneo e sufficientemente denso. Lasciare riposare almeno per qualche ora ( i nostri vecchi preparavano il ripieno almeno il giorno prima dell’utilizzo). A parte si impasta farina di grano duro e si tira con il mattarello sino ad ottenere una sfoglia consistente e non troppo sottile. Preparata la sfoglia si procede alla preparazione del tordello avvolgendo piccole porzioni ( circa una noce di Sorrento) del ripieno con la stessa ricordando che il nostro tordello e’ grande quanto un cucchiaio da brodo. Una volta preparati si stendono su un panno e si coprono con un altro sino al momento della cottura (così la pasta non secca ). Preparazione del sugo: (ragu’): Si prepara un ragù di carne e pomodoro col procedimento di sempre con la variante che ad esso non va aggiunto peperoncino (nasconde il sapore del ripieno), ma si userà un pizzico di pepe nero in aggiunta alle erbette nostrane. Il macinato di carne sarà magro e cioè di manzo con l’aggiunta di interiora di pollo nostrano sempre finemente tritate. Il sugo sarà poco denso ( non troppo tirato) per essere ben assorbito dai tordelli. Cottura e condimento: Si mette al fuoco un grosso recipiente e si porta l’acqua ad ebollizione dopo aver aggiunto sale quanto basta. Mantenendo sempre in ebollizione si versano ad uno ad uno i tordelli portando a cottura. Se la sfoglia è stata fatta consistente e spessa si può procedere alla cottura dei tordelli in un’unica soluzione. Ultimata la cottura si procede al condimento in zuppiera procedendo per strati versando ad ogni strato il sugo, il formaggio parmigiano ed un pizzico di pecorino grattugiati. Servire caldi.

Torta di Riso

Gastronomia e ricette Torta di Riso E' il simbolo della cucina massese. Espressione di rinascita e di opulenza, la torta di riso veniva preparata nel periodo pasquale e, a Mirteto, per San Vitale il 28 aprile. Ingredienti: 2l di latte, 15/20 uova , 500/600 gr di zucchero, 100 gr circa di riso, liquori, limone, sale (un’ombra) , noce moscata (facoltativa). Procedimento: Lessare il riso per 2/3 minuti con sale e scorza di limone , stenderlo su un canovaccio e farlo raffreddare. Sbattere le uova, aggiungere lo zucchero, il latte, il sale ed eventualmente la noce moscata e mescolare; aggiungere la buccia grattugiata e il succo di limone, un bicchiere di liquore formato da cognac, anice, archems oppure sassolino menta e rhum. Ungere la teglia con il burro, versare il riso (c’è chi lo aggiunge già al liquido preparato) poi il liquido a mestoli. Cuocere in forno per circa due ore a temperatura di 240° e ridurre poi a 200°.